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Carpino nero

Ostrya carpinifolia   Scop.

Carpino nero

Etimologia

Il genere, Ostrya, deriva dal greco ostreon, ‘conchiglia’, e si riferisce alla forma dell’involucro che racchiude il frutto. La specie, carpinifolia, ricorda che le foglie sono simili a quelle del Carpino comune (vedi scheda).

Origine

Il carpino nero è nativo dell’Europa meridionale, dell’Asia Minore e del Caucaso. In Italia è diffuso in tutte le regioni e in genere si trova nei boschi di latifoglie associato al frassino minore, agli aceri e alla roverella (0-1000 metri).

Note caratteristiche

È un’essenza rustica, resistente alla siccità e agli incendi; cresce su tutti i tipi di terreni, emette con facilità polloni e un tempo, governato a ceduo, era molto usato per la produzione del carbone. Il legno compatto e resistente serviva per la costruzione dei raggi delle ruote e di attrezzi agricoli. Di recente è stato rivalutato come specie di interesse paesaggistico. Può entrare nelle formazione di alberature stradali o in cortine frangivento sottoposte a frequenti e drastiche potature.

Tronco e corteccia

Il tronco è dritto e regolare. La corteccia è bruno-grigia, liscia negli individui giovani con numerose lenticelle puntiformi orizzontali. Con l’età si fessura in scaglie longitudinali e diventa scabra.

Carpino nero
Carpino nero
Cosa guardare

Foglie che forma hanno? Come sono disposte le nervature che attraversano la lamina fogliare?
Fiori sono singoli? Che colore hanno? I fiori all’apice del ramo sono maschili o femminili?
Frutti il frutto è carnoso? È protetto da una brattea intera? Che colore ha la brattea a maturità?

Da non confondere

Il Carpino bianco, Carpinus alba, e il Carpino nero Ostrya carpinifolia appartengono a due generi assai vicini perché possiedono caratteristiche morfologiche simili. Il frutto è un criterio diagnostico valido. Nel Carpino comune le brattee che proteggono il frutto sono tipicamente trilobe (vedi scheda), nel Carpino nero sono intere. Le sole foglie non sono un criterio diagnostico certo, possono essere confuse con quelle dell’olmo (vedi scheda Ulmus ssp.).