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Carpino comune, Carpino bianco
Carpinus betulus L.
Etimologia
Il genere, Carpinus, si fa risalire al celtico car ‘legno’, pin ‘testa’: sembra che il legno di questa pianta fosse impiegato per fare i gioghi per il bestiame bovino. La specie, betulus, allude alla forma delle foglie che ricordano quelle della betulla.
Origine
Il Carpino bianco è un’essenza spontanea dell’emisfero boreale, cresce nelle regioni centro-europee sino all’Asia Minore e al Caucaso. In Italia è diffuso in tutte le regioni escluse le isole, vegeta fino a 1200 metri.
Note caratteristiche
I carpini sono una delle essenze presenti nelle grandi e antichissime foreste della pianura padana; lo testimoniano le ricerche polliniche e le analisi eseguite sui resti fossili in varie località dell’Italia settentrionale. È un’essenza che forma popolamenti puri o misti con il faggio e col cerro. Specie rustica, resiste ai freddi più intensi, alla siccità e all’inquinamento, ha la proprietà di dare polloni al piede della pianta. Il legno, molto duro e resistente ai colpi, è impiegato per costruire bocce, martelli, spazzole, pulegge. È una delle essenze che si presta meglio alla sagomatura e viene potata in svariate forme: a piramide, a colonna, a candelabro. Trattiene per tutto l’inverno le foglie sui rami più bassi, da qui l’utilizzo per barriere frangivento a protezione delle colture ortive. Il Carpino bianco, proprio per le caratteristiche che ho sopra elencato, è stato utilizzato per gallerie, spalliere, labirinti e per la costruzione di imponenti barriere (altezza 7-8 metri), la grandi carpinate , nel giardino milanese del XVIII secolo. Spesso è servito per definire sistemi vegetali atti a favorire l’uccellagione chiamati roccoli. I roccoli, architetture vegetali che caratterizzavano il paesaggio lombardo erano spazi circolari o rettangolari delimitati da alberi disposti in modo da creare vere e proprie stanze verdi, in cui le reti verticali, poste a semicerchio, erano nascoste da un pergolato di fronde di carpino. Si tratta di un impianto molto antico descritto già nel 1569 da Agostino Gallo. A Milano è un’essenza apprezzata come esemplare nei giardini e nelle alberature di nuovo impianto.
Frutti
I frutti sono raggruppati in infruttescenze pendule molto decorative (6-15 cm) formate da una piccola noce, achenio, verde con pareti ispessite e solcate. Si trovano all’ascella di una caratteristica brattea a 3 lobi, di cui quello centrale è preminente.
Cosa guardare
Gemme quale forma hanno? Sono appressate ai rami?
Foglie la lamina presenta delle spiccate nervature? Quante sono le nervature? Presentano una peluria nella pagina inferiore?
Frutto si presenta singolo o in infruttescenze? Le brattee dei singoli frutti sono lobate? I lobi della brattea sono tutti e tre lunghi uguali?
Da non confondere
Il Carpino bianco e il Carpino nero (vedi scheda pag. 68) sono due piante che presentano numerose caratteristiche in comune e la sola foglia non facilita il riconoscimento. I frutti sono molto diversi fra loro ed i botanici, proprio basandosi sul frutto, hanno suddiviso le due specie in due generi diversi, Carpinus e Ostrya. Altri problemi possono insorgere con il faggio (vedi scheda pag. 90) perché presenta foglie e corteccia simili a quelli del carpino. In ultima analisi solo l’infruttescenza, quando è presente, facilita l’identificazione.