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Robinia, Falsa Acacia
Robinia pseudoacacia L.
Etimologia
Il genere, Robinia, fu attribuito da Linneo e ricorda Jean Robin, erborista del re Enrico IV di Francia. La specie, pseudoacacia, significa falsa-acacia e mette in relazione la somiglianza della pianta ad altre specie della stessa famiglia come lo Spino di Giuda (Gleditsia triacanthos) e la Sofora (Styphnolobium japonicum).
Origine
È un’essenza originaria delle regioni dell’America settentrionale e centrale. Nel genere Robinia sono comprese circa una ventina di specie, tutte di origine americana. Una volta introdotta nel Vecchio Continente si è diffusa ampiamente e naturalizzata in tutta la zona sub-mediterranea.
Note caratteristiche
In Italia risulta coltivata fin dal 1662 presso l’Orto Botanico di Padova, ma la sua diffusione come specie ornamentale avviene più tardi, alla fine del XVIII secolo È molto rustica, cresce bene su tutti i tipi di terreno e, grazie al suo apparato radicale, è utilizzata per consolidare i terreni franosi, le zone sabbiose e le scarpate ferroviarie. Tollera molto bene interventi di capitozzatura e di potatura, ricaccia abbondantemente dalla base. Forma dei boschetti puri o misti consociandosi ad altre specie arboree. È possibile trovarla nell’associazione forestale del Castanetum con la quercia, il castagno, il pino silvestre. È in grado di formare fitte boscaglie, quasi impenetrabili, e assume spesso il carattere di vera e propria essenza infestante. La facilità con cui si riproduce e si diffonde ha permesso a questa specie di avere il sopravvento su altre essenze autoctone presenti in Brianza, nei dintorni di Milano e nella pianura padana e ha modificato completamente l’aspetto forestale di queste zone. È specie diffusa anche in tutto il continente europeo. Il suo margine settentrionale raggiunge la latitudine di Dublino, ma come pianta ornamentale si spinge molto più a nord, inoltrandosi nella penisola Scandinava. Il legno della robinia è duro, compatto e resiste bene all’aperto; è uno dei più usati per paleria, per costruzioni, per lavori al tornio e strumenti agricoli. È un ottimo combustibile. La robinia è inoltre apprezzata come essenza ornamentale nelle aree urbane per la sua resistenza all’inquinamento e la profumata fioritura. Non è da dimenticare che il legno ed i semi sono tossici, mentre con i fiori si possono preparare deliziose frittelle. Per l’utilizzo come specie ornamentale sono state selezionate numerose varietà. Longevità 150-200 anni.
Foglie
Le foglie sono alterne, composte, imparipennate. La lamina fogliare è suddivisa in 13-15 segmenti ellittici, arrotondati all’apice. L’inserzione sul ramo avviene tramite un picciolo; le espansioni laminari alla base del picciolo, stipole, sono trasformate in spine. Di colore verde sulla pagina superiore, sono più chiare su quella inferiore. Il colore vira al giallo deciso in autunno, talvolta anche in piena estate, perché sono sensibili all’azione di alcuni diserbanti. Le foglioline di robinia presentano in modo spiccato il fenomeno definito sonno delle piante: i vari segmenti fogliari si portano da una posizione orizzontale di giorno a una verticale di notte, a causa della luce che fa variare il turgore cellulare nel pulvino alla base del picciolo (vedi scheda Sofora).
Cosa guardare
INSERIRE TESTO
Da non confondere
Qualche perplessità può sorgere con la Sofora (vedi scheda pag. 170) che ha foglie composte da 7-9 segmenti per lato. I singoli segmenti hanno l’apice triangolare. Il frutto della Sofora è un legume strozzato in più punti.