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Pino strobo
Pinus strobus L.
Etimologia
Il genere, Pinus, è di origine incerta: secondo alcuni autori deriva dal latino pix, ‘pece, resina’ e sottolinea la caratteristica escrezione resinosa del legno delle piante appartenenti al genere. Per altri autori l’origine è da ricercarsi nel celtico pen, ‘testa’, ed è da mettere in relazione con la chioma allungata e conica. La specie, strobus, dal greco stròbilos, ‘corpo girante, trottola’, allude alle lunghe pigne ricurve.
Origine
È un’essenza originaria delle regioni orientali del Nord America, dove forma estesi boschi. Fu introdotta in Gran Bretagna nel XVIII secolo da Lord Weymouth, cui è dedicata la denominazione corrente, “Pino di Weymouth”.
Note caratteristiche
È una conifera imponente, nei paesi d’origine può raggiungere 50 metri di altezza, caratterizzata da una crescita rapida, fornisce in poco tempo una grande quantità di legname pregiato. In Europa, dove è molto diffusa come essenza forestale, si è ben acclimatata tanto da naturalizzarsi nelle regioni centrali. La specie in esame risulta sensibile a una malattia fungina nota come “ruggine vescicolare” che ne ha limitato nel tempo l’impiego. Il fungo (Peridermium strobi) attacca la parte superiore del fusto e in breve tempo uccide la pianta. Questa malattia, partita dall’Europa si è propagata in America dove ha provocato danni ingenti causando la distruzione di estese foreste. In Italia, la cui coltivazione su larga scala è iniziata solo nella prima metà del 1900, la pianta è utilizzata sia come essenza forestale sia come esemplare
paesaggistico. A Milano il Pino strobo è presente con numerosi esemplari nei parchi e nelle piazze dove ci sia spazio a disposizione per l’ampia chioma.
Foglie
È un pino che possiede aghi sottili e morbidi, lunghi 5-12 cm, riuniti a gruppi di 5. I 5 aghi presentano una guaina alla base e sono disposti a raggiera tutt’intorno al rametto. Hanno sezione triangolare e sono leggermente dentellati. La colorazione, molto decorativa, è verde-azzurro.
Cosa guardare
Chioma che forma ha? Come sono inseriti i rami?
Foglie sono solitarie o riunite in gruppo? Sono rigide? Come sono disposte sul rametto?
Pigne che forma hanno? Di che colore sono? Sono visibili allo stesso tempo pigne dell’anno precedente e pigne della passata stagione vegetativa?
Da non confondere
Le strutture che permettono di identificare la pianta sono gli aghi sempreverdi in gruppi di 5 e le pigne a lungo persistenti.