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Ontano nero
Alnus glutinosa (L.) Gaertner
Etimologia
Il genere, Alnus, è termine già in uso presso i romani ed è possibile leggere numerose citazioni che riguardano questo albero in Virgilio, Plinio, Vitruvio. L’etimologia è incerta, sembra che derivi dal celtico al lan ‘presso le rive’, perché sono piante che crescono bene vicino ai corsi d’acqua. La specie glutinosa, dal latino glutinosu(m) ‘attaccaticcio’, ricorda che i giovani rami, le foglie e le gemme sono vischiosi.
Origine
Pianta di origine euroasiatica, tipica delle zone a clima temperato. In Italia è presente in tutte le regioni dalla pianura fino a 1000 metri.
Note caratteristiche
L’ontano nero ha una diffusione assai vasta. È una specie pioniera che colonizza terreni soggetti ad inondazione o paludosi. Ha un apparato radicale molto espanso, per questo è una essenza impiegata per fortificare il terreno. Prospera bene anche su terreni poveri di azoto perchè le sue robuste radici possiedono noduli dove vivono i batteri azotofissatori. L’ontano forma boschetti puri o si trova associato con altre specie riparie come il salice e il pioppo lungo i corsi d’acqua. Il legno, a contatto con l’acqua, acquista durezza e resistenza, mentre all’aria si degrada in breve tempo. L’utilizzo di questo legname è quindi rivolto soprattutto alla produzione di pali e materiali che devono resistere all’acqua. Si dice che già Vitruvio considerasse eterne le palafitte che si ricavano da questa specie. Gli olandesi lo hanno ampiamente adoperato nella costruzione delle loro dighe, mentre le fondamenta del Ponte di Rialto a Venezia sono fatte con pali di ontano. Il legno, a contatto con l’aria, si tinge d’un colore arancio sanguigno: di qui il nome di ontano rosso. Le infruttescenze legnose, simili a piccole pigne, servono ai pescatori, al posto del sughero, per tenere a galla le reti. È caratterizzato di una rapida crescita, ma non è longevo, supera difficilmente 100 anni. Come pianta ornamentale è scarsamente utilizzata; a Milano è possibile trovarla soprattutto lungo le rive dei laghetti nei parchi cittadini e nelle nuove aree verdi.
Tronco e corteccia
Il tronco dritto, presenta numerose ramificazioni che partono dalla base. La corteccia è lucida, di colore verde-bruno, con lenticelle trasversali su tutta la superficie (lunghe 2-3 mm) che favoriscono gli scambi gassosi con l’ambiente. Raramente si incontrano esemplari con portamento arbustivo (altezza 2 metri).
Cosa guardare
Cosa guardare
Fiori: quando compaiono sulla pianta?
Di che colore sono i fiori femminili?
Come si riconoscono quelli maschili?
Foglie: che forma ha la lamina fogliare?
È presente l’apice?
Frutti: dove sono contenuti i frutti? Che forma ha l’infruttescenza? È persistente?
Da non confondere con …
Da non confondere
L’infruttescenza legnosa ricorda una piccola pigna (cm 1,5-2), se è presente non pone dubbi per l’identificazione. Nel caso non sia presente, possono insorgere delle incertezze con altre specie come il nocciolo e la betulla (vedi scheda) che possiedono infiorescenze maschili pendule simili. La betulla ha come carattere distintivo la corteccia chiara, le gemme che sono senza peduncolo e la lamina fogliare appuntita.
Più complesso è distinguere fra loro le altre specie di Ontano, conviene in questo caso mettere a confronto le foglie delle specie in esame. L’Ontano bianco ha foglia semplice ovata con punta ben evidente, margine dentato grossolanamente e una fitta peluria bianco-grigia sulla pagina inferiore; l’Ontano napoletano ha foglia con lamina di forma arrotondata, ma con base tronca a forma di cuore e il margine presenta una dentatura regolare.