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Nocciolo
Corylus avellana L.
Etimologia
Il genere, Corylus, deriva dal greco korys ‘elmo’, e allude alla forma dell’involucro che avvolge il frutto, la notissima nocciola. La specie, avellana, si riferisce ad Avella, una località della Campania, famosa per la produzione delle nocciole fin dai tempi dei Romani.
Origine
È un’essenza originaria delle regioni asiatiche occidentali e dell’Europa. Il suo areale si estende dal bacino del Mediterraneo fino alle regioni montane dell’Europa centro-settentrionale. In Italia è presente in tutte le regioni dalla pianura al piano montano.
Note caratteristiche
È una pianta della nostra flora spontanea spesso rinvenuta nei reperti fossili del terziario che entra nella formazione del sottobosco e di boschi misti di latifoglie, associandosi assai bene con il frassino (vedi scheda). Plinio ci racconta che quest’essenza era conosciuta dai Romani non come specie appartenente alla flora spontanea, ma come essenza proveniente dall’Anatolia, territorio della Turchia asiatica noto come reame del Ponto. Proprio per questo motivo Plinio chiamò il frutto Nux pontica. In Italia il nocciolo fu introdotto e coltivato per la prima volta in un villaggio campano denominato Avella, di qui la denominazione nota ai romani di Nuces avellanae, nota fin dai tempi di Plinio, e il termine comune di Avellana per il frutto e di Avellano per la pianta. È un’essenza considerata pioniera ed ampiamente utilizzata per il consolidamento di scarpate e di luoghi soggetti a dissesto idrogeologico, non è molto longeva. Il nocciolo è diffusamente coltivato per la produzione del frutto. I noccioleti più noti in Italia sono quelli in Piemonte, nella Campania e in Sicilia. Il tronco del nocciolo, capitozzato ogni 7 anni, produce molti fusti, che un tempo erano usati dagli artigiani per la fabbricazione di graticci, cesti e cerchi per botti. Il legno è di breve durata, ma fornisce un buon carbone utilizzato come combustibile e per la fabbricazione della polvere pirica. Dai semi si ricava un olio usato in pittura, in profumeria e nell’industria saponaria. È curioso parlare di nocciolo in città, ma da qualche tempo viene utilizzato per i nuovi impianti di arredo urbano. Una varietà molto decorativa frequentemente piantata è il C. avellana cv.’Contorta’, arbusto che non supera 3 metri di altezza con rami ricurvi e dalle forme più bizzarre.
Fiori
La pianta è monoica e porta fiori unisessuali, maschili e femminili, su tratti diversi del rametto. I fiori maschili, molto decorativi, sono riuniti in fitte infiorescenze pendule a gruppi di 2-4. Le infiorescenze, chiamate comunemente gattini, in autunno si presentano molto corte di colore rosato; alla fine dell’inverno, prima delle foglie, maturano e si allungano fino a 10 cm, assumendo un bel colore giallo dorato. L’infiorescenza femminile è molto piccola e difficile da individuare perché ricorda una gemma con un ciuffo di stimmi rosso porpora all’apice. Il polline si diffonde con il vento alla fine dell’inverno, febbraio-marzo.
Cosa guardare
Foglie che forma hanno? Come sono inserite sul ramo? Come sono al tatto?
Fiori i fiori maschili sono distinguibili da quelli femminili? Che colore hanno i fiori femminili? Quando compaiono sulla pianta?
Frutto i frutti sono singoli o a gruppi? Che colore hanno le brattee che avvolgono il frutto?
Da non confondere
Non ci sono problemi se è presente il frutto. Conviene osservare con attenzione il portamento che è tipicamente arbustivo. Qualche incertezza può venire da una osservazione frettolosa delle foglie che ricordano quelle di altre latifoglie decidue come l’olmo (vedi scheda) il tilio (vedi scheda) l’ontano nero (vedi scheda).