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Kaki

Diospyros kaki L. f.

Kaki

Etimologia

Il genere, Diospyros, deriva da due parole greche, diòs, divino e pyròs, grano, da cui frutto divino. La specie, Kaki, è vocabolo di origine giapponese col quale la pianta è conosciuta nel mondo occidentale.

Origine

È un’essenza originaria della Cina, del Giappone e della Corea. Fu introdotta in Europa agli inizi del 1800 dove fu subito utilizzata come essenza da frutto e come pianta ornamentale.

Note caratteristiche

Il genere Diospyros, è spontaneo nelle regioni tropicali dell’Asia e nelle zone indo-malesi. La famiglia comprende piante diffuse in Italia per il frutto, Diospyros kaki, e piante note dal punto di vista ornamentale, Diospyros lotus. Altre specie, tipiche degli areali tropicali od orientali come Cina, Sri Lanka, India, sono utilizzate per il legno: D. ebenum e D. ebenaster. Il kaki è comunemente coltivato in tutte le zone di pianura e viene spesso piantato nei cortili e negli orti delle case coloniche. Non tende a inselvatichirsi. A Milano non è essenza molto diffusa: si può trovare come esemplare isolato nei giardini oppure coltivato da privati. Preferisce il clima mite, il freddo lo danneggia soprattutto nei primi anni di sviluppo

Tronco e corteccia

La corteccia è grigia nei giovani rami, diventa bruna e si suddivide in piccole placche ruvide in quelli più vecchi. Le ramificazioni iniziano nella parte medio-alta in modo fitto e regolare; sono fragili e si spezzano facilmente.

Kaki
Kaki
Cosa guardare

Fiori che colore ha la corolla? Sono solitari o a gruppi? Dove sono posti?
Foglie la pagina superiore ha un colore diverso da quella inferiore? È presente il picciolo fogliare? Come sono inserite sul rametto?
Frutti di che colore sono a maturità? Hanno il calice persistente?

Da non confondere

I frutti, grosse bacche giallo-arancio a lungo persistenti sulla pianta, tolgono i dubbi per la identificazione. Considerare anche il
persistente odore che emana il fogliame.