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Ippocastano, Castagno d'India
Aesculus hippocastanum L.
Etimologia
Il genere, Aesculus, sembra che sia stato usato dagli antichi autori latini per una quercia dai grandi frutti commestibili, Linneo lo ha attribuito all’ippocastano. La specie, hippocastanum, è parola dal greco formata da hy’ppos, cavallo e kástanon, castagna. I frutti, che ricordano le castagne, venivano infatti usati in Oriente come stimolante contro la bolsaggine dei cavalli. Sembra anche che il termine possa riferirsi alle cicatrici del picciolo fogliare che hanno la forma a ferro di cavallo.
Origine
La specie, originaria dell’Europa orientale, si trova allo stato spontaneo solo nella penisola Balcanica. In Italia è diffuso in tutte le regioni soprattutto in quelle centro-settentrionali dalla pianura fino a 1200 metri di altitudine.
Note caratteristiche
La famiglia delle Hippocastanaceae comprende essenze legnose con portamento arboreo in grado di raggiungere notevoli dimensioni. Si tratta di essenze tipiche degli areali temperati e/o tropicali e subtropicali. Il Castagno d’India giunge a Vienna durante il XVI secolo; da Vienna arriva a Parigi ad opera di Bachelier nel 1615. Passa poi in Inghilterra nel 1633 dove viene molto apprezzato per le sue qualità paesaggistiche, tanto che, in tempi brevi, sono messe in commercio numerose varietà orticole. In Italia è introdotto nel 1557 dal botanico Mattioli. Oggi è ampiamente coltivato a solo scopo ornamentale. Trova difficoltà a naturalizzarsi e non esistono boschi di questa essenza. I copiosissimi semi germinano regolarmente, ma le giovani piante muoiono, in genere, entro pochi anni. Il legno ha scarso valore sia come combustibile sia per costruzioni; i semi invece forniscono una farina ricca di saponina, impiegata nella pulitura di tessuti ed un olio utilizzato nell’industria saponiera. I suoi pregi sono numerosi: viene considerato uno dei più grandi alberi da fiore ornamentali, resiste alle intemperie, ha una fogliazione precoce, sopporta la potatura, ha una longevità di 200 anni ed è dotato di rapida crescita. A Milano è uno degli alberi più usati nelle alberature stradali.
Frutti
Il frutto è una grossa capsula verde, sferoidale, spinosa che aprendosi, in autunno. lascia cadere 1 o 2 semi. I semi, assai simili a grosse castagne, anche se più lisci e più globosi, sono chiamati castagne amare o castagne d’India (diametro fino a 5 cm). I semi sono ricchi di fecola, ma non sono commestibili a causa di un principio astringente ed amaro presente nella polpa e per un glucoside cumarinico, l’esculina, presente anche nella corteccia dello stesso albero. Si pensa di poter arrivare, con una opportuna opera di selezione, a varietà prive di sapore amaro e perfettamente commestibili. Nel frattempo gli animali da cortile e i maiali si nutrono avidamente di questi semi dopo che sono stati cotti.
Cosa guardare
Foglie sono semplici o composte? Se sono composte quanti segmenti fogliari le costituiscono? Che forma ha la cicatrice del picciolo fogliare?
Frutti di che colore è il frutto? Quanti semi sono contenuti nel frutto? I semi sono commestibili?
Rametti che colore hanno i rametti d’annata? Sono presenti le lenticelle? Che cicatrici lasciano le perule sul rametto?
Da non confondere
L’ippocastano non pone problemi di identificazione, in alcuni casi può essere confuso con alcune varietà orticole come l’Aesculus carnea.