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Fico
Ficus carica L.
Etimologia
Il genere, Ficus, deriva dalla parola greca sycon ‘fico’ (è mutata la s in f). La specie, carica, indica la Caria, una regione dell’Asia Minore dove vive allo stato spontaneo.
Origine
Il Fico è originario dell’Asia occidentale, da dove si è diffuso in tutto il bacino mediterraneo, dall’Europa meridionale alle coste dell’Africa settentrionale.
Note caratteristiche
Il Fico è una pianta conosciuta fin dall’antichità ed intorno ad esso si sono intrecciate molte leggende. Nella Genesi si racconta che Adamo ed Eva, nel Giardino dell’Eden, dopo il peccato originale, si nascosero all’ombra di un fico e Adamo, per coprire le sue nudità, utilizzò proprio le grandi foglie della pianta. I musulmani e i buddisti lo considerano albero sacro. I greci lo legarono al culto del dio Dionisio. Il frutto è un’infruttescenza definita siconio: da qui il termine sicofante, che significa letteralmente “delatore di ladri di fichi”. Il motivo di questa curiosa denominazione si fa risalire al fatto che gli ateniesi, considerando questa pianta una delle ricchezze della regione, ne avessero vietato l’esportazione. I sicofanti avevano quindi il compito di denunciare i trasgressori a questa norma. Il fico è una pianta rustica, che preferisce i climi miti delle zone marittime, ma cresce un po’ ovunque purché in posizione soleggiata e riparata dal vento. Sopporta male i tagli e le potature; i rami sono molto fragili. La specie selvatica chiamata caprifico differisce da quella coltivata essenzialmente per il frutto.La prima produce infruttescenze piccole, stoppose, non commestibili, costituite da infiorescenze nelle quali prevalgono i fiori maschili, l’impollinazione avviene ad opera di un insetto che impollina i fiori femminili. Le infruttescenze del fico coltivato, polpose e ricche di zucchero (fino 60-70%), contengono quasi esclusivamente fiori femminili che maturano senza impollinazione; i semi in questo caso risultano sterili, per cui la propagazione della pianta avviene per mezzo di polloni che spuntano alla base. È interessante notare che il Fico produce frutti che maturano i tre diversi periodi dell’anno. I primi, i fiori maturano alla fine di giugno. Sono grossi, in numero minore e si sviluppano dalle gemme dell’anno precedente. Tra agosto e settembre si sviluppano i fichi propriamente detti, i forniti: sono più piccoli, ma più dolci e abbondanti e si sviluppano dalle gemme dell’annata. Da ultimo, in autunno maturano i tardivi che possono non svilupparsi a causa del sopravvenire della stagione fredda. La stessa pianta, a secondo della varietà, può fornire solo i fiori, solo i forniti ,oppure tutte e due, o consentire tre produzioni nel corso dell’anno. A Milano cresce spontanea vicino ai muri di vecchi edifici storici o come essenza nei giardini privati.
Frutti
Il frutto, che tanto aprrezziamo, è in realtà un falso frutto, il siconio. Si presenta come una struttura carnosa, edule, che deriva dall’ispessimento dell’asse dell’infiorescenza e presenta una colorazione che varia dal verde al violetto. I frutti veri sono tanti piccolissimi acheni secchi, i granellini, contenuti nella parte interna del ricettacolo carnoso. Il frutto si può sviluppare anche senza fecondazione.
Cosa guardare
Foglie che forma ha la lamina fogliare? Esistono foglie di forma diversa sulla stessa pianta? Esce del lattice quando si stacca una foglia? Sono ruvide al tatto?
Rami come si inseriscono i rami nel tronco? Che colore ha la corteccia?
Gemme che forma ha la gemma all’apice del ramulo?
Da non confondere
La presenza del frutto toglie qualunque incertezza. In assenza di questo, qualche confusione può essere fatta con il gelso (vedi scheda pag. 100). Le foglie del gelso sono larghe, ruvide al tatto, occasionalmente sono lobate (3-5 lobi), non sono coriacee come quelle del fico.