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Farnia
Quercus robur L.
Etimologia
Il genere, Quercus, deriva dal celtico kaer quer, ‘bell’albero’. La specie, robur, è parola latina che significa ‘forza, vigore’ e allude in modo generico alla robustezza della pianta. Nel caso della denominazione, Q. peduncolata, l’aggettivo peduncolata ricorda il lungo peduncolo sul quale si trovano le ghiande.
Origine
È una delle più diffuse querce europee. Cresce spontanea in Europa centrale coprendo un areale che si estende dalla Scandinavia al Mediterraneo, fino ai 1000 metri.
Note caratteristiche
L’areale della farnia è assai vasto, sia in latitudine (da 60° latitudine Nord al mare Mediterraneo), sia in longitudine (dalle coste dell’oceano Atlantico alle formazioni montuose degli Urali e del Caucaso). Questo ha portato, nell’ambito della specie, alla differenziazione di più varietà adatte a climi diversi. In Italia era un tempo assai diffusa, sia nei boschi puri sia nelle associazioni miste. È una tipica quercia da pianura, oggi si trova ancora nei residui lembi della “querceto planiziale” lungo il Po e i suoi affluenti, associata al pioppo nero (pag. 154), all’ontano nero (pag. 136), all’acero campestre (pag. 48), al frassino (pag. 98). È un’essenza rustica caratterizzata da una crescita lenta, in compenso è molto longeva: può vivere fino a 600 anni. Viene ampiamente utilizzata come essenza forestale, nella formazione di siepi naturali che dividono i coltivi, nei parchi e nei giardini che presentano ampi spazi. Si può ammirare allevata come esemplare singolo nei campi coltivati della pianura padana dove costituisce un’importante zona rifugio per gli organismi utili alla campagna. Gli autori britannici riportano che una farnia matura può ospitare sino a 284 specie di invertebrati! Il suo legname, bruno-scuro con alburno bianco, pesante e durevole, è molto ricercato per la costruzione di mobili, pavimenti e botti per l’invecchiamento di vino pregiato. Un tempo era molto richiesto per le costruzioni navali. In alcune zone la farnia, può formare micorrize con funghi eduli, soprattutto tartufi. A Milano sono presenti alcuni begli esemplari nei parchi e in aree dove sono a disposizione ampi spazi. Di recente viene utilizzata per le alberature la varietà fastigiata, che ha il vantaggio di un portamento contenuto con chioma stretta e piramidale e ramificazioni che partono dalla base e sono addossate al tronco.
Frutti
I frutti sono delle ghiande ovali (acheni) di dimensione e forma molto variabile. Ogni ghianda è contenuta per meno di un terzo della sua lunghezza in una cupola verde emisferica composta da poche squame embricate. Le ghiande sono di colore bruno con sfumature verdi, presentano evidenti striature longitudinali, riunite a gruppi di 2-3, sono portate da un peduncolo comune di 2-5 cm. Maturano nella stessa annata in cui si sono formate.
Cosa guardare
Rametti sono diritti? Di che colore è la corteccia? Sono presenti le lenticelle?
Gemme sono pelose? Sono singole? Dove si trovano sul rametto?
Foglie sono sempreverdi? Che forma hanno all’inserzione sul picciolo? Quanto è lungo il picciolo? Che consistenza hanno da adulte?
Frutto ogni ghianda ha il picciolo? Sono singole o in gruppo? I gruppi di ghiande sono portati da un lungo picciolo comune?
Da non confondere
Le querce si riconoscono facilmente se sono presenti sulla pianta le caratteristiche ghiande. In mancanza del frutto può aiutare la foglia tipicamente lobata, ma questo criterio da solo non basta.