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Betulla
Betula pendula Roth
Etimologia
Il genere Betula deriva dal celtico betu, nome usato dalla popolazione celtica per indicare questo albero. La specie, pendula, si riferisce ai rametti secondari penduli.
Origine
È una essenza spontanea in Europa e in Asia settentrionale. Nell’Europa del Nord, associata al Pino silvestre, forma grandi foreste. In Italia è diffusa nelle regioni settentrionali e lungo la dorsale appenninica dell’Italia centrale, fra i 400 e i 2000 metri di altitudine.
Note caratteristiche
Sono le uniche latifoglie presenti nella flora spontanea della Groenlandia e dell’Islanda. Sono alberi solo all’apparenza molto delicati: resistono al freddo e si adattano ad estreme condizioni di siccità e povertà del suolo. La betulla è considerata un’essenza pioniera che si insedia su terreni nudi, privi di vegetazione ed è utilizzata come preparatoria nei rimboschimenti. Forma boschetti puri, chiamati betulleti, o misti, consociandosi con latifoglie (per esempio querceti di rovere) e conifere. Presenta un apparato radicale molto sviluppato e viene impiegata nel consolidamento di terreni instabili. Fornisce un legno bianco e tenero, poco durevole all’aperto, ma ampiamente utilizzato soprattutto in Scandinavia per mobilio, sci, pavimenti. I rami sono usati per scope e scopini. Sembra che nell’antica Roma le verghe dei fasci littori fossero fatte di legno di betulla. La linfa zuccherina che sgorga dalle incisioni fatte sul tronco serve, dopo fermentazione, a preparare vino di betulla, birra di betulla e, nei paesi dell’ex Unione Sovietica, aceto di betulla. Dalla corteccia, ricca di tannini, si ottiene l’olio di betulla che dà il caratteristico profumo al cuoio di Russia. Quest’olio è anche un buon repellente per gli insetti. È un albero che non vive molto a lungo, circa 100 anni. In città è utilizzato nei parchi cittadini, nelle piccole aree verdi e per brevi alberature stradali. Sono da ricordare alcune varietà molto belle tra le quali la var. ‘Tristis’, che presenta i rami poco espansi che si innalzano decisi per poi ricadere come quelli di un salice piangente.
Tronco e corteccia
Il tronco è diritto, slanciato e molto ramificato. La corteccia, che è di consistenza cartacea, si sfalda col tempo in sottili lamelle scoprendo la scorza più giovane che è molto chiara. Il colore bianco del tronco è dovuto ad una sostanza, la betulina, presente nei tessuti posti nella parte più esterna che diventano bianchi al sole. Invecchiando sulla corteccia si formano delle fessurazioni scure che partono dalla base del tronco, che risulta così più scuro e rugoso.
Cosa guardare
Corteccia di che colore è? È liscia?
Rametti sono tomentosi?
Foglie sono verde scuro? Lucide? Il margine fogliare è regolare? Dentato? Doppiamente dentato? Il picciolo fogliare è tomentoso? Come sono le nervature?
Frutti sono singoli? Persistenti sulla pianta? Si desquamano a maturità?
Da non confondere
La lamina fogliare di forma triangolare-rombica può essere confusa con quella del Pioppo nero, P. cipressino, P. canadese (vedi scheda). Guardare con attenzione il margine fogliare che presenta una seghettatura diversa nelle foglie delle specie in esame.