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Bagolaro, Spaccasassi
Celtis australis L.
Etimologia
Il genere, Celtis , era già in uso presso Plinio per un albero di origine africana; in seguito fu ripreso da Linneo. La specie, australis, ‘meridionale,’ indica che questa specie occupa le aree delle regioni temperate e sub-tropicali dell’Emisfero boreale.
Origine
Il Bagolaro cresce spontaneo nelle zone mediterranee dell’Europa fino all’Asia Minore. In Italia è diffuso in tutte le regioni dalla pianura a 700 metri di altitudine.
Note caratteristiche
È una essenza tipica dei boschi misti di latifoglie legata al clima caldo e associata alle querce e agli aceri. È ampiamente utilizzata in città per le alberature, il verde urbano e i parchi cittadini. I pregi sono numerosi: specie molto rustica e frugale, resiste a temperature basse, sopporta bene la potatura e non risente particolarmente dell’inquinamento atmosferico. Ha una crescita lenta ma è essenza longeva, può arrivare a 250-300 anni. Possiede un forte apparato radicale che si sviluppa in profondità ed àncora saldamente la pianta al substrato: da qui il nome comune spaccasassi. Il legno, di colore bianco-grigio o tendente al verde, è duro, molto elastico e resistente. Per questi motivi veniva un tempo impiegato per la fabbricazione di manici di utensili come quelli delle forche da fienagione o delle fruste (famose quelle fabbricate nella città di Perpignan). Fornisce carbone di qualità. I semi, per spremitura, danno un olio simile a quello delle mandorle dolci e le foglie sono ottime come foraggio. Il bagolaro è stato usato in passato maritato con la vite.
Frutti
I frutti sono carnosi ed hanno l’aspetto simile ad una bacca, drupa; maturano in autunno. Inizialmente biancastre, le drupe successivamente diventano gialle ed infine scuro-violacee. Hanno un sapore dolce, gradevole e sono molto appetite dagli uccelli. I frutti vengono offerti sui mercati della penisola balcanica. I semi, i noccioli contenuti nella drupa, sono punteggiati e molto duri e venivano usati per la fabbricazione dei rosari; da questo uso deriva la denominazione di albero dei rosari.
Cosa guardare
Corteccia è liscia? È lucida quando è bagnata?
Foglie la base della lamina fogliare è asimmetrica? L’apice è acuminato? È presente un breve picciolo?
Frutti sono carnosi? Che colore hanno in autunno?
Da non confondere
Il frutto carnoso sospeso ad un lungo picciolo, se è presente, facilita l’identificazione. Può sorgere qualche dubbio con una specie dello stesso genere, Celtis occidentalis. I dubbi sono risolti con l’osservazione della corteccia, che nel bagolaro occidentale mostra particolari escrescenze a cresta, un frutto più piccolo e foglie più tozze.