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Platano, Platano comune
Platanus hispanica Mill. ex Muenchh.
Etimologia
Il genere, platys, ‘largo’, deriva dal greco e si riferisce alla dimensione ampia della foglia. La denominazione precedentemente in uso della specie, acerifolia, ricorda che la foglia palmata assomiglia a quella dell’acero.
Origine
Il platano comune si è originato forse per mutazione del Platanus orientalis, specie originaria del Mediterraneo orientale fino all’Afghanistan. Secondo alcuni autori è un ibrido ottenuto mediante incroci tra il P. orientalis e il Platanus occidentalis, introdotto in Europa dall’America nel XVII secolo.
Note caratteristiche
Le numerose notizie storiche che sono giunte fino a noi si riferiscono al Platanus orientalis, la specie spontanea più diffusa nel bacino del Mediterraneo. I maggiori storici dell’antichità, Erodoto e Plinio, ne riportano descrizioni ed episodi divenuti celebri. Scrittori e musicisti si sono ispirati a quest’albero narrando gesta mitiche o musicando episodi famosi, come fece Haendel per il Platano trovato da Serse in Lidia. Il Platano comune è particolarmente resistente. Può essere potato a piacere e questo lo rende adatto a qualunque tipo di strada, anche se percorsa da mezzi pubblici alti e ingombranti. A Milano quasi tutte le circonvallazioni sono alberate con questa essenza. Resiste alle intemperie e all’inquinamento ed è molto longevo, oltre 500 anni. Anche dopo le potature più traumatiche emette nuovi getti. Spesso è possibile vederlo come pianta per alberature nei lungolaghi della Lombardia. In questo caso è presenta la forma tipica detta a candelabro, privato cioè di tutti i suoi rami più bassi, con una palconatura a circa 3 metri dalla base così da formare una bella chioma da ombra. In Europa è oggi una delle specie più diffuse; si sviluppa bene anche in climi molto diversi dai nostri, come il Nord Africa e la Nuova Zelanda. Il legno è duro e compatto, di color bianco-rosato, difficile da lavorare.
Foglie
Le foglie sono semplici con un lungo picciolo che si espande alla base e racchiude la gemma ascellare. La lamina è palmata, larga (10-25 cm) con 5 lobi (3-7) triangolari e margine dentato irregolarmente. Sono lucide, di colore verde chiaro. Hanno consistenza coriacea; una volta cadute a terra si decompongono rapidamente. Le foglie presenti su uno stesso albero sono molto eterogenee. La lamina palmata può avere 3, 5, 7 lobi con insenature in alcuni casi molto accentuate, in altri solo accennate.
Cosa guardare
Rametti di che colore sono? Sono rigidi? Hanno un andamento a zig-zag?
Gemme le gemme apicali sono tomentose? Che colore hanno? Sono visibili le gemme laterali?
Corteccia si sfalda in placche irregolari? Che colore ha la corteccia quando cadono le placche?
Da non confondere
Le foglie palmate sono simili a quelle dell’Acer platanoides (vedi scheda) e del Liquidambar styraciflua (vedi scheda). Nel caso dell’Acero bisogna considerare la minore consistenza della sua lamina fogliare mentre nel Liquidambar le foglie sono più piccole e stropicciate emanano un profumo aromatico.