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Faggio
Fagus sylvatica L.
![Faggio](/upload/file/trees/files/faggio_particolare_1.jpg)
Etimologia
Il genere, Fagus, è parola latina di incerto significato. Secondo alcuni deriva dal verbo greco phagêin ‘mangiare’, ovvero albero il cui frutto è commestibile. La specie, sylvatica, dal latino silva ‘bosco’, ricorda che è un’importante essenza forestale.
Origine
È una pianta originaria dell’Europa centrale con un areale molto vasto che inizia nel nord della Spagna, tocca il sud dell’Inghilterra e arriva in Grecia. In Italia è presente sulle Alpi fra i 1300 e i 1600 metri di altitudine e sull’Appennino fra i 1000 e i 1700 metri.
Note caratteristiche
Il Faggio è una specie tipicamente montana che ama le stazioni più fresche e umide. Dal punto di vista forestale il nostro Faggio costituisce popolamenti puri, le Faggete, e boschi misti associato con numerose latifoglie come il carpino, l’olmo, il tiglio, il frassino. Forma boschi misti associandosi anche al tasso, al larice e al Pino silvestre. È essenza molto esigente per quel che riguarda umidità e temperatura: ama il clima oceanico, non tollera inverni troppo rigidi e gelate tardive, non si adatta bene alle zone pianeggianti con terreni pesanti e climi secchi; il suo areale inizia dai 500, 600 metri di altezza. Pur non essendo una specie molto longeva, può vivere anche 200 anni. Alla fine del Medioevo e durante il Rinascimento le Faggete venivano rinnovate in modo naturale allevando in foresta branchi di porci: questi si nutrono dei frutti del faggio le “faggiole” e nella ricerca del cibo lavorano il terreno favorendo la riproduzione della pianta.
È specie pollonifera che caccia con facilità i getti dalla base, caratteristica questa utile nella rinnovazione del bosco ceduo e della fustaia.
Possiede un apparato radicale sviluppato in superficie che lo rende competitivo, ma sensibile al vento, che può sradicarlo facilmente. Sopporta bene le potature e può essere usato per siepi da giardino e gallerie di verzura allo stesso modo del carpino (vedi schede pag. 66 e 68). Il legno del faggio è ideale per i mobili: ha grana fine, è duro, compatto, di un bel colore roseo. L’uso del legno di faggio per la produzione di recipienti domestici, come cucchiai, rastrelli, mangiatoie è ricordato da Virgilio nelle Egloghe. Storicamente è uno degli alberi usati per la costruzione delle navi dalla Repubblica Veneta.
Foglie
Le foglie sono semplici con un breve picciolo. La lamina è ellittica (5-10 cm) con base rotonda; la punta è ottusa e il margine intero ondulato è talvolta finemente cigliato. La pagina superiore è glabra e lucida, di colore verde scuro, quella inferiore è più chiara con ciuffi di peli rossastri agli angoli delle nervature.
![Faggio Faggio](/upload/file/trees/files/faggio-foglie.jpg)
![Faggio](/upload/file/trees/files/faggio-Immagine-Iniz.jpg)
Cosa guardare
Gemme che forma hanno? Sono nude? Come si inseriscono sul rametto?
Foglie che forma hanno? Sono presenti le stipole alla base del picciolo? Il margine è intero? Si distingue la pagina superiore da quella inferiore?
Frutti la “cupula” è spinosa? Quante valve possiede? Che forma hanno i semi?
Da non confondere
Incertezze possono sorgere con il Carpino (vedi scheda), soprattutto per le foglie. Le foglie del Carpino sono alterne, semplici, più oblunghe di quelle del faggio, hanno 10-15 paia di nervature prominenti e il margine doppiamente dentato. Inoltre nel Carpino le gemme sono più corte e attaccate al rametto. La corteccia è liscia con striature grigie e marroni. La presenza del frutto del faggio toglie ogni dubbio.