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Albizia, Acacia di Costantinopoli

Albizia julibrissin  Durazz.

Albizia, Acacia di Costantinopoli

Etimologia

Il genere Albizia è da attribuirsi a Filippo degli Albizzi, botanico italiano, che nel 1749 la portò a Firenze da Costantinopoli, lì giunta dall’Oriente. La specie, julibrissin, riprende il nome persiano della pianta e significa ‘fiocco di seta’. Si dice che proprio dai giardini di Filippo degli Albizzi provenga l’esemplare che Durazzini nel 1772 descrisse per la prima volta.

Origine

È specie originaria della Cina centrale. In Italia è coltivata e diffusa in tutte le regioni a scopo ornamentale.

Note caratteristiche

L’Albizia è un’essenza molto rustica, resiste all’inquinamento, ha una crescita rapida, teme solo il gelo prolungato. Per tutti questi motivi, che si aggiungono al suo indubbio valore estetico, è diffusamente utilizzata nei giardini e nei viali. Le foglie hanno la particolarità di richiudersi durante la notte per la presenza di particolari strutture presenti sia alla base del picciolo fogliare sia alla base dei piccioli più piccoli che sostengono le foglioline. Queste strutture, chiamate pulvini, fungono da vere e proprie articolazioni e permettono alle foglie di modificare la loro posizione in funzione del turgore delle cellule. Il legno, chiaro e tenero, non è particolarmente apprezzato. Un tempo veniva utilizzato per costruire strumenti meccanici.

Foglie

Le foglie sono composte, bipennate. I segmenti fogliari sono allineati a destra e a sinistra come le barbe di una penna e sono inseriti in modo opposto su assi laterali più brevi. Questi ultimi sono posti sul prolungamento del picciolo fogliare, rachide. Le foglie, lunghe 20-40 cm, sono formate da 8-24 segmenti laterali, ciascuno dei quali porta 30-50 foglioline curvate a guisa di falce, falcate. Il colore è verde brillante e l’aspetto risulta essere elegante e leggero. La sera si chiudono per la presenza alla base del rachide del pulvino.

Albizia, Acacia di Costantinopoli
Albizia, Acacia di Costantinopoli
Cosa guardare

Foglie sono composte? Sono bipennate? hanno una colorazione differente sulla pagina superiore e su quella inferiore? Si chiudono la sera portando a contatto la superficie fogliare? Cosa si trova alla base del picciolo?
Fiori sono profumati? Quale struttura fiorale conferisce al fiore l’aspetto di un delicato piumino?
Frutti sono legumi penduli o eretti? Sono solcati? Si presentano dritti o ritorti a spirale?

Da non confondere

Questi alberi sono sovente confusi con quelli della mimosa (Acacia dealbata Link). La confusione iniziale può venire dal nome comune Acacia di Costantinopoli. Le foglie sono molto simili: composte, bipennate alterne. Nell’acacia sono sempreverdi, nell’albizia sono decidue. I fiori sono un criterio distintivo certo. Nella mimosa hanno un vistoso colore giallo oro, sono all’apice dei rametti o all’ascella delle foglie e posseggono stami sviluppati e disposti intorno ad una struttura sferica, soffice e compatta. I frutti sono in entrambi i casi dei legumi bruni a maturità, schiacciati, con strozzature tra un seme e l’altro.