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Ailanto
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
Etimologia
Il genere, Ailanthus, deriva dalla voce molucca aillanitol e sembra che significhi albero del cielo. Secondo un botanico francese, Des Fontaines, Ailanthus è parola composta dal francese ail ‘aglio’ e dal greco, anthòs ‘fiore’, con riferimento allo sgradevole odore agliaceo emanato dalle foglie strofinate. La specie, altissima, indica la grande altezza che questa pianta può raggiungere.
Origine
È un’essenza originaria dell’Asia centro-meridionale. Fu introdotta in Europa nel 1751 e in Italia nel 1760, presso l’Orto Botanico di Padova.
Note caratteristiche
L’Ailanto è un’essenza che non richiede terreni particolari; si adatta a tutte le condizioni e risulta per certi versi infestante. È una specie a sessi separati, ma si consiglia di coltivare solo gli esemplari che portano i fiori ermafroditi, dato che gli esemplari maschili all’epoca della fioritura emanano un odore assai fastidioso e il polline può provocare allergie alle vie respiratorie. Le foglie di ailanto opportunamente trattate possono fornire un bel colorante giallo per la lana. In Cina questa essenza è tuttora coltivata per l’allevamento di un baco serigeno che fornisce una seta più ruvida e di qualità inferiore a quella del comune baco da seta, Bombyx mori. Sembra che l’ampliamento della coltura dell’ailanto, dopo l’arrivo a Padova nel 1760, sia stata dettata nella speranza di diffondere l’allevamento della Sfinge dell’Ailanto in alternativa a quello del baco da seta, minacciato da funghi parassiti. La farfalla purtroppo è scomparsa ben presto a causa della sua scarsa adattabilità, mentre l’essenza si è naturalizzata crescendo un poco ovunque. L’ailanto è considerato una pregevole essenza forestale perché dotato di un forte apparato radicale e per la sua grande facilità ad emettere polloni: per questo è usato per il rivestimento di pendici detritiche. Ogni anno tutta la pianta può essere tagliata alla base del tronco, a ceppaia, al fine di ottenere una densa bordura a felce. È una specie adatta per alberature stradali che resiste alla siccità e all’atmosfera inquinata. Si riproduce sia attraverso i polloni che emette dalle radici, sia attraverso i copiosissimi semi sparsi dal vento. Le piante possono iniziare a fiorire nell’arco di sole sei settimane dalla germinazione e producono durante la loro vita molte migliaia di semi. Essenza non longeva circa 100 anni.
Foglie
Le foglie sono composte, con una disposizione alterna sul ramo. La lamina fogliare è suddivisa in 13-31 segmenti fogliari disposti su un lungo asse, rachide, (2-5 dm) che è la continuazione del picciolo. È presente una fogliolina terminale (foglie composte imparipennate). La forma dei singoli segmenti fogliari è lanceolata, con base asimmetrica e margine irregolarmente dentato. Verde scuro la pagina superiore, verde più chiaro quella inferiore. Alla base di ogni fogliolina si possono trovare da 2 a 4 denti, ciascuno dei quali è fornito, nella pagina inferiore, di una propria ghiandola ricca di olio che, strofinata, emana un odore sgradevole. La caduta delle foglie composte assieme al lungo rachide lascia la pianta con un aspetto più spoglio rispetto alle altre piante decidue durante la stagione invernale. La fogliazione è tardiva e si verifica poco prima della fioritura.
Cosa guardare
Foglie sono composte? Quanti segmenti fogliari le costituiscono? Dove sono poste le ghiandole sulla lamina fogliare? Che odore emanano le foglie stropicciate?
Fiori sono singoli o in infiorescenze? Di che colore sono? Sono unisessuali?
Frutti l’ala membranacea che circonda il frutto è dritta? In che posizione si trova il seme nell’ala membranacea?
Da non confondere
Le foglie composte, lunghe pendule formate da numerosi segmenti fogliari possono essere confuse con quelle del frassino (vedi scheda pag. 98), del Noce nero (vedi scheda pag. 132) e Pterocarya fraxinifolia (vedi scheda pag. 130). I frutti delle 4 specie, se presenti, tolgono i dubbi. Osservare con attenzione le gemme diverse nelle 4 piante: nere nel frassino, grigio chiaro vellutate nel noce nero, nude marroni nella Pterocaria, piccole, scarlatte tomentose nell’ailanto.